PLATO E LA VALLE ALPINA
Quest’oggi inauguro la rubrica “alla scoperta della Luna”, dove di volta in volta andremo a scoprire qualche particolare geografico della superficie del nostro satellite naturale; in questo debutto, andiamo ad analizzare questa mia ripresa di qualche tempo addietro, nella quale è possibile scorgere due belle e distinte zone, sulla superficie della nostra Luna: precisamente mi riferisco al cratere Plato e alla Valle Alpina, quel solco che potete vedere alla destra del gigantesco cratere da impatto.
Proprio quest’ultimo ha un diametro di ben 101 km, riempito successivamente da lava che poi si è raffreddata e solidificata. Il cratere prende il nome dall’antico filosofo greco Platone e si trova sulla sponda nord-orientale del Mare Imbrium, all’estremità occidentale della catena montuosa Montes Alpes. Nel mare a sud ci sono diverse alture denominate Montes Teneriffe. A nord si estende l’ampio tratto del Mare Frigoris; ad est del cratere, infine, tra i Montes Alpes, ci sono diverse striature e spaccature denominate Rimae Plato.
L’età stimata di Plato è di circa 3,84 miliardi di anni, solo leggermente più giovane del Mare Imbrium a sud. Il bordo del cratere è irregolare con cime frastagliate alte 2 km che proiettano ombre imponenti sul fondo dello stesso, quando il Sole lo illumina con luce radente. Sezioni della parete interna mostrano segni di cedimenti passati, in particolare un grande scivolo triangolare lungo il lato occidentale. Il bordo di Plato è circolare, ma dalla Terra appare ovale a causa della prospettiva.
L’altra zona di cui vi parlavo invece, ovvero la Vallis Alpes, o Valle Alpina, è una caratteristica di quel tratto di panorama lunare, che taglia in due la catena dei Montes Alpes. Si estende per 166 km dal bacino del Mare Imbrium, con un andamento da est a nord-est fino al bordo del Mare Frigoris. La valle è stretta alle due estremità e si espande fino a una larghezza massima di circa 10 km lungo il tratto centrale.
Il fondovalle è una superficie piana, inondata di lava, divisa in due da un sottile solco, simile a una fessura. Tale rima centrale è un obiettivo impegnativo per l’osservazione al telescopio da Terra e descritto come “notoriamente difficile da individuare”.
I bordi della valle salgono dal fondo al terreno dell’altopiano circostante, con una superficie irregolare. Il versante meridionale della valle è più rettilineo del versante settentrionale, leggermente arcuato e frastagliato; I bordi più accidentati della valle si trovano all’estremità ovest-sudovest, proprio dove quest’ultima taglia e interrompe la catena montuosa.
Ma come si è formata quella particolare caratteristica della superficie lunare?
Molto probabilmente questa valle è stata successivamente inondata dal magma del Mare Imbrium e del Mare Frigoris. Tuttavia, la valle potrebbe essere nata in seguito a fratture da stress dovute all’espansione del mantello o alla contrazione dopo la solidificazione della regolite.
Non è dissimile da altre caratteristiche lineari che si irradiano dal Mare Imbrium e l’evento di impatto che ha creato questo bacino potrebbe anche aver portato alle sollecitazioni che hanno creato la Valle Alpina. Le inondazioni di lava e le fratture da stress termico o tensionale sono due cause della formazione di questi canali, o fossi che dir si voglia.
Credits: Andrea Curzi