Nelle profondità della costellazione della Vergine, a 2.2 miliardi di anni luce di distanza dalla Terra, si trova un enorme ammasso di galassie note come Abell 1169. L’ immensa massa dell’ammasso galattico, causa la distorsione della luce delle galassie al di là di esso, che risultano ingrandite, allungate e duplicate. Così l’ammasso agisce come una lente che ci permette di vedere galassie antiche e lontane, fino a 12.8 miliardi di anni luce. Studiare il modo in cui la luce delle galassie di fondo è influenzata da Abell 1169 permette agli astronomi di stimare la quantità e la distribuzione non solo della materia visibile che costituisce l’ammasso galattico, ma anche della materia oscura invisibile all’interno di esso. In questa immagine, quest’ultima è rappresentata in blu, e sovrapposta alla luce visibile che viene fotografata direttamente.
Abell 1169 è parte dell’omonimo catalogo, pubblicato per la prima volta da George Abell nel 1958. Gli oggetti che ne fanno parte sono gruppi di centinaia di migliaia di galassie all’interno di una regione relativamente compatta di spazio, legati dalla loro reciproca attrazione gravitazionale.
Abell completò questo lavoro di catalogazione all’Osservatorio Palomar, e poi andò a insegnare all’UCLA.
Bellissimo! 🙂
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Eh si, lo è davvero 🙂
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