UNA MERAVIGLIOSA GALASSIA AD ANELLO

Le galassie ad anello sono un esempio particolarmente eclatante di come le collisioni tra galassie possano cambiare drasticamente la struttura originaria di questi oggetti, innescando anche la formazione di nuove stelle. Questo tipo di isola cosmica prende vita da un particolare tipo di collisione, nella quale una galassia precipita direttamente attraverso il disco di un’altra.

Nel caso di AM 0644-741, qui ripresa in questa incredibile immagine scattata dal Telescopio Spaziale Hubble, la componente che ha attraversato la galassia ad anello è fuori dall’immagine, ma visibile in riprese a campo più ampio. La galassia a spirale vicina, che è visibile a sinistra della galassia ad anello, è una galassia di sfondo casuale che non sta interagendo con la componente principale.

Lo shock gravitazionale risultante dalla collisione ha cambiato drasticamente le orbite delle stelle e del gas nel disco della galassia bersaglio, facendole precipitare verso l’esterno, un po’ come le increspature in uno stagno dopo che una grande roccia vi viene gettata dentro. Nelle aree circostanti, le nubi di gas si scontrano e vengono compresse; esse possono quindi contrarsi sotto la propria gravità, collassare e formare un’abbondanza di nuove stelle.

La formazione stellare è in questo caso particolarmente eleveta e ciò spiega perché l’anello è così blu: si formano infatti continuamente stelle massicce, giovani e calde. Un altro segno di robusta formazione stellare sono le regioni rosa lungo l’anello. Queste sono nubi rarefatte di gas idrogeno incandescente, rese visibili a causa della forte luce ultravioletta emessa dalle stelle massicce appena formatesi.

Eventuali abitanti in ipotetici pianeti orbitanti attorno ad una di quelle stelle, godrebbe di una incredibile vista, con una brillante banda blu ad inarcarsi in cielo, similarmente a quanto fa la nostra Via Lattea nella volta celeste estiva. Tale spettacolo però sarebbe di breve durata, in quanto studi teorici indicano che l’anello continuerà ad espandersi, per poi iniziare a disperdersi, in un arco di tempo di circa 300 milioni di anni.

Credits: NASA, JPL, Hubble.

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