In ordine di distanza dal Sole, troviamo il caldo e piccolo Mercurio; l’asfissiante e caldissimo Venere, pianeta gemello della Terra soltanto per dimensioni; la nostra bellissima e per ora unica casa, la Terra; l’affascinante e misterioso Marte, dal passato probabilmente molto più simile al nostro pianeta di quanto potessimo immaginare; il gigante e turbolento Giove; il Signore degli Anelli, sua maestà Saturno; l’azzurro Urano e infine Nettuno, il pianeta più remoto, dopo il declassamento di Plutone a pianeta nano.
Tutto questo ha avuto inizio circa 4,5 miliardi di anni fa, con la nascita della nostra stella da una nube di polveri e gas e resterà sostanzialmente immutato almeno per un periodo altrettanto lungo, fino a quando il nostro Sole non esaurirà le proprie riserve di idrogeno, trasformandosi in una gigante rossa. Allora, la nostra stella si gonfierà, espandendosi e inghiottendo Mercurio e Venere. Alla Terra forse toccherà analoga sorte, o forse riuscirà a sottrarsi all’abbraccio mortale del nostro Sole, non lo sappiamo con certezza. Quel che possiamo dire con fermezza invece, è che la vita sul nostro pianeta non sarà più possibile.
Se l’uomo, nel corso di questi miliardi di anni, non si sarà estinto da solo, e se imparerà a viaggiare tra le stelle, allora ci sarà ancora un futuro per la nostra specie, anche al di fuori del nostro meraviglioso Sistema Solare, la nostra incubatrice cosmica: spetterà a noi scegliere se imparare a camminare e crescere o se gettare al vento questa incredibile possibilità concessaci dall’evoluzione e da quella misteriosa e incredibile presa di autocoscienza di una parte di universo, che chiamiamo vita.
Credit: NASA