Questa immagine ci fornisce un nuovo sguardo al residuo di supernova di Tycho, così denominata in quanto fu proprio l’astronomo danese Tycho Brahe a notare il bagliore luminoso di questa nuova “stella” nella costellazione di Cassiopea, più di 450 anni fa.
Gli astronomi hanno utilizzato Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE) della NASA per studiare la luce polarizzata di Tycho, ovvero i detriti di una stella esplosa. IXPE ha rivelato, per la prima volta, la geometria dei campi magnetici vicini all’onda d’urto della supernova, che si sta ancora propagando dall’esplosione iniziale e forma un confine attorno al materiale espulso. Comprendere la geometria del campo magnetico consente agli scienziati di indagare ulteriormente su come le particelle vengono accelerate in quell’ambiente.
In questa immagine composita, i dati di IXPE (viola scuro e bianco) sono stati combinati con quelli dell’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA (rosso e blu), che sono stati sovrapposti con le stelle nel campo visivo visto dal Digitized Sky Survey.
Chandra ha ripetutamente osservato il resto della supernova di Tycho nel corso dei suoi decenni di attività, aiutando i ricercatori a fare scoperte fondamentali su questa affascinante formazione. Con la sua capacità di identificare e tracciare la luce nei raggi X, IXPE si basa sulle basi poste da Chandra.
Una sottile linea rossa attorno all’esterno del residuo di supernova, vista nei dati di Chandra, mostra dove gli elettroni sono stati accelerati ad alta energia avvolgendosi a spirale attorno alle linee dei campi magnetici e producendo raggi X. Ciò fornisce la prova che i resti di supernova sono una delle principali fonti di particelle energetiche, inclusi elettroni e protoni, che bombardano continuamente l’atmosfera terrestre.
La supernova di Tycho è classificata come tipo Ia. Questa violenta esplosione si verifica quando una stella nana bianca in un sistema binario attrae materiale dalla sua stella compagna, finché non raggiunge un limite di massa, o quando due nane bianche si fondono. L’esplosione della nana bianca fa precipitare i detriti nello spazio a velocità incredibili.
Il team che ha condotto ed ottenuto questi importantissimi risultati, è stato guidato dal nostro Riccardo Ferrazzoli, dell’istituto Nazionale di Astrofisica di Roma.
IXPE è il frutto di una collaborazione tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana con partner e collaboratori scientifici in 12 paesi. IXPE è guidato dal Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville, in Alabama. Ball Aerospace, con sede a Broomfield, in Colorado, gestisce le operazioni dei veicoli spaziali insieme al Laboratorio di fisica dell’atmosfera e dello spazio dell’Università del Colorado a Boulder.
Il Marshall Space Flight Center della NASA gestisce il programma Chandra.
Il Chandra X-ray Center dello Smithsonian Astrophysical Observatory controlla le operazioni scientifiche da Cambridge, Massachusetts, e le operazioni di volo da Burlington, Massachusetts.
Credits: Nasa, ESA, IXPE, Chandra